Mio figlio è in sovrappeso

Mio figlio è in sovrappeso

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Partiamo subito con segnalare un dato: il 30% dei soggetti in età pediatrica è malnutrito e questa malnutrizione dobbiamo chiamarla con il suo vero nome “sovrappeso o obesità”.

 

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Tiziana D'Amico
Biologo Nutrizionista

Da mamma mi rendo conto come sia amorevole vedere un bimbo piccolo con tanta fame e cercare il cibo con amore, ma è proprio da quell’età che noi genitori abbiamo un compito ben preciso: educare il bambino alla sana nutrizione dando il buon esempio in famiglia.

Ecco perché è molto utile, fin dallo svezzamento, fare un bilancio familiare di come si mangia e cercare fin da subito di apportare le giuste modifiche.

Può sembrare esagerato, ma un bambino in sovrappeso ha più possibilità di mantenere quel peso in età adulta. D’altronde non dimentichiamo che i bimbi sono degli animaletti: guardano, imparano e copiano. Un bimbo non conosce il gusto dello zucchero o il colore del cioccolato o la bontà delle patatine fritte, bene! Facciamo passare più tempo possibile al loro incontro.

Mettiamo in chiaro

Gli adipociti sono cellule perenni: una volta formati (dai due anni in poi) possono vivere per decenni. Quindi il nostro bambino bello e paffutello se continua a mangiare in modo scorretto, continuerà ad aumentare di peso e se pur poi in adolescenza o età adulta tenderà di perdere peso, quegli stessi adipociti potrebbero diminuire di volume (perdita di peso) ma non di numero, per cui il soggetto sarà per sempre predisposto all’obesità.

Tutte queste informazioni però non ci devono spaventare, ma far riflettere su come l’obesità può essere evitata se si utilizza fin dai primi anni l’alimentazione sana come strumento educativo.
Sarà molto più facile educare verso questa strada un bambino piccolo rispetto ad un piccolo adulto, ma varrà comunque la pena provarci.

Nei bambini, optiamo fin dallo svezzamento, per un’alimentazione corretta e basata sulla piramide alimentare, senza sottovalutare nulla.

Nei ragazzini, bisogna trovare il mezzo giusto (sarà compito del genitore tanto quanto del nutrizionista, pediatra e insegnante) per far capire loro che le abitudini alimentari possono cambiare.

Incitiamo il più possibile i ragazzini a:

  1. fare sport, quello che più piace ma fateli muovere;
  2. non saltare mai la colazione, completa di fonte proteica, fonte di carboidrati non raffinati e frutta fresca;
  3. fare due spuntini al giorno, evitando di arrivare con troppa fame ai pasti principali;
  4. consumare il pranzo e la cena in modo completo: fonte di carboidrati non raffinati, fonte di proteine (animali e vegetali), e porzione di verdura;
  5. idratarsi a sufficienza.

Mamme, non aspettiamo di vedere nostro figlio crescere male, deve essere il nostro compito indirizzarlo verso una nuova strada.

Insieme è possibile!