La dermatite atopica nei bambini.

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Prof. Anna Belloni Fortina

Prof. Anna Belloni Fortina

Specialista in Dermatologia pediatrica
Contenuto selezionato da Pediatotem

La dermatite atopica è un’infiammazione cronica della pelle che può colpire adulti e bambini.
Col termine “dermatite” si indica un’infiammazione generica della pelle che può presentare irritazione e prurito; viene definita “atopica” quando vi è una predisposizione genetica a sviluppare allergie, soprattutto di tipo respiratorio come asma, rinite allergica o congiuntivite allergica (alla polvere, ai pollini, ecc.).

Si stima che circa il 15-25% dei bambini è interessato da questa patologia infiammatoria.
Tipicamente i sintomi compaiono nei primi mesi di vita e quasi sempre prima che il bambino superi i 5 mesi, infatti, il 60% dei bambini presenta le prime manifestazioni della patologia nel primo anno di età.

Tuttavia, il 60-70% circa dei casi di dermatite atopica ad esordio infantile presenta un miglioramento con la crescita, fino ad una completa remissione in adolescenza.
La dermatite atopica si manifesta con aree di pelle secca e squamosa, interessando il cuoio capelluto, la fronte, il viso, in particolare sulle guance, generalmente per i bambini di età inferiore ad un anno. Verso i 5 anni le zone maggiormente interessate dalla dermatite sono gli arti e il tronco. Per i bambini più grandi, invece, le lesioni sono localizzate tipicamente alle pieghe dei gomiti o delle ginocchia e attorno a occhi e bocca.
L’infiammazione è spesso associata ad un intenso prurito, può capitare di vedere un bambino che tende a strofinarsi la pelle contro le lenzuola o su un tappeto per alleviare il “pizzicore”, ma grattandosi il bambino potrebbe procurarsi piccole lesioni che possono generare un’ulteriore infezione batterica.
Una delle cause per cui si manifesta può essere la predisposizione genetica, come abbiamo anticipato inizialmente, ma non sono da sottovalutare i fattori ambientali quali l’esposizione ad agenti irritanti (come indumenti sintetici o lana) o ad inquinanti ambientali, ma anche allergeni ambientali (acari della polvere, pollini e muffe, ecc.).
La comparsa della dermatite atopica può dipendere anche da un’alterazione della barriera della pelle che comporta secchezza, perdita di acqua e aumentata suscettibilità al prurito; si parla in questi casi di deficit di barriera, ovvero un’alterazione della capacità di riparazione del danno e un’aumentata permeabilità della cute con una maggiore penetrazione di allergeni e patogeni.
La pelle del bambino, sin dalla nascita, è carente degli elementi che normalmente la rendono più resistente e di conseguenza tende a perdere liquidi, a seccarsi e infiammarsi sotto l’azione di alcuni agenti esterni.
Non si tratta in ogni caso di una condizione contagiosa.
Per quel che riguarda la cura della pelle del bambino, trattare la pelle con molta attenzione e idratarla è il modo migliore per ridurre le riacutizzazioni e la gravità dei sintomi. La cura è locale, a base di creme o lozioni specifiche in base al tipo di lesione.
Inoltre, tutte le recenti linee guida raccomandano il bagno quotidiano al bambino affetto da dermatite atopica, ma con alcune accortezze: usare un sapone da bagno senza schiuma, senza profumo e senza tensioattivi, il più naturale possibile che rispetti il pH naturale della pelle del bambino; l’acqua non deve essere molto calda perché il calore stimolerebbe il prurito, infine la durata del bagno non dovrebbe superare i 5 minuti diventando altrimenti aggressivo sulla pelle.
Le creme dovranno essere applicate sulla pelle leggermente umida in modo che l’assorbimento e l’efficacia siano maggiori, è raccomandato, dunque, non strofinare per asciugare ma tamponare lasciando la pelle appena umida per l’applicazione dei prodotti.
Quando si parla di terapia e cura della dermatite atopica è bene parlare di gestione terapeutica, perché il trattamento deve essere multidisciplinare, creando una rete di comunicazione e condivisione tra pediatra, famiglia e dermatologo.