A cura della Sezione SIP Lazio
Da quando è iniziata la pandemia, a marzo 2020, abbiamo sempre sostenuto che nei bambini le infezioni da SARS- CoV-2 sono meno frequenti rispetto agli adulti e che decorrono nella maggior parte dei casi in modo asintomatico o paucisintomatico. Tuttavia, sono stati registrati casi con andamento critico che hanno necessitato di ricovero in terapia intensiva, oltre ai casi di MIS-C, cioè forme di Covid-19 complicate dalla insorgenza di una sindrome infiammatoria multi-sistemica, coinvolgente il cuore ed altri organi. In alcuni casi l’infezione ha mostrato un andamento così ingravescente da portare fino alla morte.
Dati più recenti pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità relativi al periodo compreso tra l’inizio della pandemia e il 10 novembre 2021, hanno mostrato che in Italia nella fascia di età 0-19 anni sono stati confermati 793.993 casi, più di 8 mila di questi sono stati ospedalizzati, 249 sono stati ricoverati in terapia intensiva, 36 sono morti.
Negli ultimi 2 mesi e mezzo, nella sola fascia di età tra i 6-10 anni, c’è stato un incremento pari a 24.398 casi: questo trend porterà inevitabilmente ad un aumento dei ricoveri e dei casi complicati.
I danni causati dall’infezione da SARS-CoV-2 non sono solo “tangibili”, bensì spesso alcuni di essi, non di minor rilievo, sono difficilmente diagnosticabili. A seguito dei lockdown causati dalla pandemia infatti sono aumentati i ricoveri pediatrici per depressione, stati di ansia e disturbi del comportamento alimentare. La chiusura delle scuole ha portato anche ad un grave ritardo di apprendimento soprattutto a carico dei ragazzi più svantaggiati che, non potendo seguire la formazione a distanza, in vari casi sono stati co- stretti ad abbandonare la scuola.
Anche la sindrome post-virale (il cosiddetto “Long Covid”) sta destando sempre maggiore preoccupazione. Le ricadute di questo fenomeno saranno evidenziabili solo nel futuro, ma è chiaro che l’infezione da SARS-CoV-2 lascia un segno a volte indelebile.
Ad oggi mancano ancora valide evidenze riguardo al miglior approccio terapeutico nei confronti del Covid-19; dopo una fase iniziale in cui sono stati proposti numerosi regimi terapeutici, attualmente l’approccio è diventato più conservativo, basato soprattutto sulla terapia di supporto.
Al momento i vaccini contro il SARS-CoV-2 sono l’unica arma efficace e sicura che abbiamo per ridurre i casi di malattia, in tutte le fasce di età, compresa quella pediatrica, e contrastare la diffusione del virus. È importante vaccinare bambini e adolescenti perché anche i bambini senza patologie pregresse sono a rischio di ricovero e devono essere pro- tetti con la vaccinazione. Lasciare una fascia di popolazione scoperta porta il rischio di nuove epidemie, con tutte le conseguenze viste nei mesi di pandemia.
Gli effetti collaterali da vaccino nei ragazzi finora immunizzati, più di 7 milioni negli Usa e circa il 15% della popolazione totale in Europa, sono stati dolore nel sito dell’iniezione, mal di testa, dolori muscolari, febbre.
Poiché il vaccino riduce le possibilità di trasmissione del vi- rus, ogni persona vaccinata protegge non solo se stessa, ma anche il resto della popolazione ed in particolare le persone più vicine quali familiari e amici. Interrompere la catena di trasmissione virale all’interno della
comunità e limitarne la diffusione è fonda- mentale per proteggere gli altri, soprat- tutto le persone che potrebbero non rispondere all’immunizzazione o non essere in condizione di vaccinarsi, consentendo a tutti di poter ripren- dere una vita normale.