Prove Invalsi 2023

Prove Invalsi 2023

Tempo di lettura: 3 minuti

In questo periodo si fa un gran parlare delle Prove Invalsi, ma cosa sono? Soprattutto, a cosa servono?

Francesca Sara Capone

Francesca Sara Capone

Docente
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Cosa sono le Prove Invalsi

Le prove Invalsi sono test standardizzati che gli studenti svolgono in diverse fasi del loro percorso scolastico per individuare il loro livello di competenze su scala nazionale, e vengono ripetute annualmente in modo da tracciare uno storico sulle competenze e conoscenze degli studenti. Sono preparate dall’Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi), ente di ricerca vigilato dal ministero dell’Istruzione, e sono obbligatorie. Le prove che gli studenti andranno a svolgere sono:

  • Italiano, per valutare la capacità di comprensione di un testo scritto e la grammatica;
  • Matematica, il cui test riguarda aritmetica, geometria, algebra, statistica e probabilità;
  • Inglese, per accertare le abilità in ascolto e lettura.

Tuttavia, il tipo di competenze misurate dalle prove non è di tipo nozionistico ma per affrontarle è necessario utilizzare il ragionamento.

Attraverso i dati raccolti, è possibile fornire un quadro che possa tratteggiare in modo quanto più oggettivo possibile la situazione scolastica italiana attuale, nonché l’evoluzione nel corso degli anni. Il fine ultimo, attraverso le presentazioni di rapporti annuali, è quello di fornire informazioni importanti per migliorare e potenziare la didattica odierna, oltre che mettere in evidenza i punti di forza.

Analisi dei risultati

Quest’anno, le Prove Invalsi hanno coinvolto oltre un milione di bambini della Scuola Primaria (classi II e V), più di 500 mila studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado (classi III) e più di un milione di studenti della Scuola Secondaria di Secondo Grado.
Il Rapporto pubblicato a luglio preoccupa molto.

Gli esiti della scuola primaria mostrano una situazione di indebolimento generalizzato in tutte le discipline osservate: in seconda elementare i risultati di Italiano e in Matematica sono decisamente più bassi rispetto agli anni precedenti mentre per gli studenti di V elementare, la rilevazione riporta esiti peggiori in tutte le discipline. In Matematica 1 bambino su 3 non raggiunge le competenze base né in II né in V elementare, in Italiano il livello base è raggiunto dal 74% dei bambini, dato che si aggira intorno all’80% per quanto riguarda l’Inglese.

Il Rapporto Invalsi 2023 ha evidenziato una profonda differenza dei risultati tra le scuole e tra le classi nelle regioni meridionali; ciò significa che: “la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi”.

Per quel che riguarda le scuole medie, dopo il calo in Italiano e Matematica registrato tra il 2019 e il 2021, c’è un miglioramento ma non un cambiamento di direzione deciso.

Gli studenti che raggiungono risultati in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali sono: Italiano il 62%, Matematica il 56%, Inglese 80% per il reading ed il 62% per la listening.

Per concludere, il 50% degli studenti che terminano le superiori raggiunge almeno il livello base in Matematica. L’altra metà no.

Percentuale ancora più bassa per l’Inglese, che vede il 54% degli studenti raggiunge il livello nella prova di reading e solo il 41% in quella di listening; infine, un maturando su tre non capisce quello che legge.

Una valutazione personale

Gli esiti delle rilevazioni restituiscono un quadro complesso circa lo stato di apprendimento della scuola italiana: alcuni aspetti, positivi e meno positivi, affondano le loro radici nel passato, altri sono invece verosimilmente legati alle conseguenze della pandemia che richiederanno anni per essere interamente superate.

Le rilevazioni INVALSI 2023 danno un quadro generale caratterizzato da una notevole variabilità tra scuole, classi e, soprattutto, territori già a partire dalla scuola primaria.

È importante cercare, progettare e sperimentare modelli per affrontare dai primi anni di scuola difficoltà che altrimenti diventano sempre più serie e complesse da risolvere nei gradi scolastici successivi.
C’è bisogno di azioni innovative che, attraverso la formazione dei docenti, scuole più aperte con più personale vicine a tutti, affrontino con energia e determinazione le fragilità che vediamo emergere dalle Prove Invalsi. Bisogna invertire la rotta contrastando quel calo che si rileva nei dati, anche laddove risulti inatteso, come per esempio gli esiti di Inglese al termine del ciclo primario.

È molto incoraggiante osservare un calo della dispersione scolastica soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno; non si è ancora arrivati ai valori pre-pandemia, ma la strada imboccata sembra essere quella giusta.

Migliorano i risultati degli allievi stranieri, in particolare quelli di seconda generazione. Ciò conferma da un lato la capacità della nostra scuola di essere realmente inclusiva e, dall’altro, l’effetto positivo che la scuola dell’infanzia esercita sugli apprendimenti.

Le luci e le ombre che ci restituiscono i risultati INVALSI 2023 permettono di tracciare un quadro sempre più completo e dettagliato del nostro sistema scolastico e forniscono indicazioni sulle quali basare le nostre scelte strategiche, istituzionali e quotidiane nel comune impegno verso la scuola.

Fonte:

  • Invalsi.it
  • Corriere.it
  • Miuristruzione.it