Quando è iniziata la pandemia da SARS CoV-2, questo virus colpiva principalmente le persone anziane. Circa l’80% dei decessi riguardava persone con più di 65 anni; Il 93% dei decessi riguardava persone di età superiore ai 55 anni.
Giovanni Vitali Rosati
Membro della Commissione regionale vaccini della Toscana e Responsabile per la Fimp della rete Vaccini della Regione Toscana
Inizialmente il virus non destava preoccupazione o mortalità elevata per la fascia di età pediatrica, ma negli USA, alla fine di ottobre, circa 8.300 bambini, di età compresa tra 5 e 11 anni, erano stati ricoverati in ospedale per COVID e circa 62 erano deceduti.
In Italia si contano circa 4 milioni di casi pediatrici e per la fascia 0-15 anni si è arrivati a 15.100 ricoveri (dei quali oltre 9000 sotto i 5 anni di età) e 57 decessi. La variante Omicron del sars-cov2 ha determinato numerosi ricoveri, un terzo dei quali non presentava comorbidità.[I]
Da quando il vaccino è raccomandato in età pediatrica, la fascia di età che ha risposto maggiormente è quella tra i 12 e 15 anni, mentre quella al di sotto degli 11 anni ha aderito solo per il 33.5%.
Come interpretare questa bassa adesione?
I motivi che inducono un genitore ad effettuare un vaccino raccomandato ma non obbligatorio sono legati essenzialmente a cinque fattori: la percezione del rischio della malattia, la paura degli effetti collaterali del virus, la fiducia nella Sanità Pubblica[II], la possibilità di informarsi autonomamente attraverso i media e l’opportunità di chiedere consiglio al proprio pediatra[III]. Alla fine di ottobre, il comitato consultivo della FDA, Food and Drug Administration, ha esaminato, il vaccino a due dosi per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, ha focalizzato l’attenzione sull’affidabilità del vaccino perché, sebbene i bambini di quella fascia di età possano essere ospedalizzati e il rischio di decesso esista, la frequenza è estremamente bassa. Da ciò si deduce che si possa parlare di un vaccino estremamente sicuro.
Le notizie sono rassicuranti. Sappiamo infatti che risultano essere potenzialmente a rischio di miocardite i ragazzi di età compresa tra i 16 e i 29 anni. L’insorgenza della miocardite è più frequente dopo la seconda dose, a distanza di circa quattro giorni dalla somministrazione. La stima è inferiore per la fascia di età 12-15; mentre nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, a cui è stata somministrata un terzo della dose, è ancora più bassa.
Nella nostra vita non esistono scelte totalmente prive di rischi. Dobbiamo considerare che da quando è stata estesa la vaccinazione alla fascia di età pediatrica, sono stati almeno 10 milioni i bambini tra i 5 e gli 11 anni ad essere stati vaccinati; il rapporto più recente del CDC, centro per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha mostrato che la possibilità di sviluppare miocardite nei maschi è di appena 2 casi per milione di dosi[IV].
Bisogna ammettere che, mentre all’inizio della campagna vaccinale pediatrica, la copertura del vaccino era attorno al 100%[V], studi recenti, come quello dello Stato di New York[VI], hanno dimostrato che la copertura si riduce dopo due mesi al 20% o 30% e risaliva al 70-80 % con la dose booster[VII] (quando prevista). Come spiegare tutto ciò? Con la circolazione della variante Omicron.
Lo studio pilota è stato condotto quando la variante Delta era predominante, ed il vaccino – sviluppato sulla base del ceppo ancestrale – risultava essere molto efficace contro la prima variante. Ora ci troviamo in presenza della variante Omicron e delle sue sotto varianti Omicron BA.2, BA.4 e BA.5, che non solo sono più contagiose, ma anche più immuno-evasive.
La copertura vaccinale risulta ancora efficace contro le forme gravi, anche per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, ma non si può dire lo stesso contro le forme lievi del virus. I dati dimostrano che la terza dose di vaccino determina un significativo aumento dell’efficacia, in quanto si ottiene un ampliamento della risposta immunitaria contro questi ceppi immuno-evasivi circolanti.
Molti genitori credono erroneamente che il Covid non comporti sofferenza, ospedalizzazione o decesso nei bambini, ma non è così. Bisognerebbe spiegare loro che la scelta di non effettuare il vaccino non è una scelta priva di rischi, e farli ragionare su quali siano oggi i vantaggi della vaccinazione.
Proviamo a fare un paragone tra due malattie: la meningite ed il covid (Fig.1,2,3).
La meningite è una malattia molto rara che ha un’elevata mortalità, mentre il Covid nel bambino è una malattia molto contagiosa ed ha una bassa mortalità.
Guardando però i numeri In Italia, abbiamo avuto 57 decessi per Covid nei due anni di pandemia per la fascia di età fino a 15 anni (dati ISS), mentre per la meningite negli anni 2018-2019 sono stati registrati 14 decessi.
Oggi nessun genitore penserebbe di non vaccinare i propri figli per la meningite, ma se guardasse i numeri dovrebbe dimostrare coerenza e richiedere anche il vaccino per Covid.
Quale è l’obiettivo della vaccinazione? Prevenire forme lievi della malattia? No, prevenire ospedalizzazione e le forme gravi. E’ difficile pensare che l’obiettivo possa essere quello di prevenire forme lievi della malattia, poiché i tempi di incubazione sono brevi. Anche se tutti in questo mondo fossero vaccinati, questo virus circolerebbe comunque, come per tutte le malattie a breve periodo di incubazione quali l’influenza e il rotavirus.
Il nostro compito, quindi, è spiegare meglio ai genitori il vero obiettivo della vaccinazione.
II. Indagine sui Determinanti del Rifiuto dell’ Offerta Vaccinale nella Regione Veneto” Report di Ricerca, Analisi dei Dati e Indicazioni Operative, https://www.epicentro.iss.it/vaccini/pdf/Ulss20Verona_04-2012ReportDeterminantiRifiutoVaccinale.pdf
III. Effective Messages in Vaccine Promotion: A Randomized Trial, Brendan Nyhan 1, Jason Reifler, Sean Richey, Gary L Freed, Pediatrics 2014 Apr;133(4):e835-42. Originally published online March 3, 2014 doi: 10.1542/peds.2013-2365.
IV. https://www.cdc.gov/vaccines/acip/meetings/slides-2022-04-20.html
V. https://www.nejm.org › doi › full › nejmoa2107456
VI. https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2792524