I bambini italiani sono tra quelli che in Europa godono della assistenza pediatrica di base più estesa e capillare.
Antonio Di Mauro
Pediatra di famiglia
Contenuto selezionato da Pediatotem
Diverse regioni italiane mettono a disposizione dei propri assistiti servizi di consulenza ambulatoriale pediatrica anche nei giorni festivi e prefestivi, ampliando a 7 giorni su 7 l’assistenza pediatrica specialistica.
Ma questo sembra non bastare. È esperienza comune a molti pediatri, infatti, l’attitudine dei genitori italiani alla automedicazione. Erroneamente si pensa che basti digitare qualche parola chiave su Internet, e Dr. Google possa fare una rapida diagnosi consigliando la terapia giusta. In alternativa c’è sempre il parere o dell’amico/a, nonno/a, cugino/a di turno, la chat di classe o il gruppo Facebook delle mamme. Niente di più sbagliato.
Ad aggravare questi atteggiamenti c’è la totale mancanza di abitudine, da parte di alcuni genitori, di consultare il foglietto informativo dei farmaci restando quindi del tutto ignari dei potenziali effetti collaterali.
Nella migliore delle ipotesi, verrà somministrato un farmaco da banco in libera vendita e nella peggiore, verrà somministrato un farmaco – con necessitò di prescrizione – di cui si dispone in casa per terapie pregresse o, peggio, per terapie prescritte da medici dell’adulto a genitori, fratelli maggiori, zii e nonni.
Tra i farmaci più utilizzati in automedicazione vi sono soprattutto gli antipiretici, gli antibiotici ed i cortisonici. Tutti questi farmaci, se somministrati senza giusta indicazione, possono risultare non solo inutili, ma anche potenzialmente dannosi.
Gli antibiotici vengono spesso utilizzati per le sindromi influenzali stagionali, nella stragrande maggioranza dei casi di origine virale: gli antibiotici non hanno alcuna efficacia nel trattamento delle infezioni virali e il loro abuso aumenta il rischio di sviluppo e diffusione di batteri resistenti. L’antibiotico-resistenza rappresenta ad oggi una delle principali problematiche di salute a livello internazionale.
Gli antibiotici, inoltre, non sono tutti uguali: ognuno va somministrato secondo indicazioni ben precise, in dosi adeguate e per tempi definiti.
Gli antipiretici vengono spesso utilizzati per combattere quella che è una vera e propria fobia: la febbre. La febbre rappresenta un sintomo/segno estremamente presente in pediatria ed è spesso accompagnato da un terrore immotivato sulle sue possibili conseguenze, che sfocia spesso nell’abuso degli antipiretici e in comportamenti irrazionali e controproducenti (ad es. mezzi fisici come bagnoli, frizioni con alcool etc). Gli antipiretici vanno utilizzati solo se la febbre è associata ad un peggioramento delle condizioni generali, vanno dosati sempre sul peso del bambino e somministrati per via orale (la somministrazione rettale andrebbe valutata solo nei casi di vomito), e le dosi sono ripetibili ad intervalli definiti. Inoltre, l’uso combinato/alternato di paracetamolo e ibuprofene – gli unici due farmaci antipiretici disponibili – non è raccomandato. In caso di febbre associata a compromissione delle condizioni generali del bambino è sempre comunque consigliato consultare il pediatra.
Altri farmaci molto comunemente utilizzati in automedicazione sono i cortisonici per bocca, per aerosol ma anche per via cutanea. Il loro utilizzo è consigliato solo in alcune patologie che necessitano una regolazione del sistema immunitario, al fine di ridurre i processi infiammatori. Sono farmaci che se assunti in dosi corrette e secondo precise indicazioni mediche, risultano fondamentali nella gestione di patologie quali asma, dermatite atopica, laringospasmo, sindrome nefrosica ed altre. Il loro abuso, specie per trattamenti prolungati o per patologie lievi, può invece avere effetti collaterali anche gravi.
Ogni farmaco è un potenziale “veleno”: φάρμακον (pharmakon) in greco significa proprio questo. L’assunzione di un farmaco va sempre sottoposta alla valutazione dei rischi e dei benefici. Noi pediatri abbiamo l’obbligo morale ed etico di allertare le famiglie sui danni dell’automedicazione e di sviluppare sempre più – anche con l’uso dei social network – l’informazione sull’uso corretto dei farmaci.